“Tu ti offri come fisioterapista volontaria per il Villaggio Salute della 3 giorni della Komen, VERO?!?!?!” Queste le parole di mia sorella circa un mese prima del grande evento della arci-nota Race. Più che una richiesta, parafrasando il Padrino, era "una proposta alla quale l'altro non poteva dire di no"!!!
Beh, credo che non la ringrazierò mai abbastanza per l’esperienza vissuta.
Arrivo il venerdì verso l’ora di pranzo e uno sciame di api operose di giallo e turchese vestite, tutte/i volontarie/i, si davano un gran da fare tra le tende del villaggio salute: spazi di informazione, veri e propri ambulatori ambulanti, spazi per l’alimentazione, la prevenzione, la cura di se, la bellezza, la salute, lo sport….
Incontro la mia “supervisora” che mi spedisce al box dove campeggia la scritta “Linfodrenaggio”. Li’ conosco la mia compagna della 2 giorni, Luana, una fisioterapista che fa anche la volontaria 3 volte a settimana al Gemelli per la cura del linfedema.
Quattro chiacchiere rapide perché gli “appuntamenti” con le donne in Rosa si susseguono veloci, ma ci intendiamo al volo perché abbiamo fatto la stessa scuola di tecnica di linfodrenaggio e perché lei ha un carattere e un sorriso meraviglioso.
Nel pomeriggio ci raggiungono i colleghi super-esperti di linfedema dell’Ospedale San Giovanni Battista meglio noto come i Cavalieri di Malta: è festa grande perché sia Luana che io rincontriamo i nostri “Maestri” del Linfedema. Ci aggiornano veloci, sistemiamo i volantini del loro servizio ospedaliero e continuiamo con informazioni, prevenzione e facciamo provare alle donne in Rosa il tocco del linfodrenaggio perché “sappiano riconoscerlo” qualora ne dovessero usufruire in futuro e nelle loro realtà locali.
Eh si, perché alla Race ci vengono da varie parti d’Italia, e così anche la nostra esperienza si arricchisce di notizie su come le donne vengono seguite, aiutate, indirizzate prima e dopo un’operazione così importante e coinvolgente dal punto di vista fisico, emotivo e sociale.
Il sabato le richieste sono talmente tante che alla fine mi sembra di essere in una delle tante strade che ho avuto modo di vedere in oriente: “in mezzo alla via”, ovvero con il tendone mezzo aperto e mezzo chiuso, “serviamo” 3-4 donne alla volta. Una sul lettino, due sulle sedie e una quarta in piedi a prendere informazioni in attesa del turno.
Sono tutte donne che sorridono, che hanno una grinta fantastica, che è meraviglioso trattare per lo scambio di energia. Donne curiose e pronte a prendersi in mano la guarigione, qualcuna che viene da sola, altre coi compagni o con i figli. Tante che domenica correranno o passeggeranno per testimoniare la loro voglia di superare quanto successo imparando dall’accaduto e andando avanti.
Dai racconti di ognuna mi vien voglia di proporre tanti progetti alla Komen. Perché i medici ci salvano la vita ma poi la qualità della vita è lasciata in mano ad ognuna di loro e talvolta senza guida e, soprattutto all’inizio, ci si sente sperse, schiacciate da quanto è accaduto.
Perché dalle loro testimonianze apprendo che a molte di loro:
- non viene spiegato come muovere il braccio prima dell’operazione, subito dopo, a ferite rimarginate, a protesi fissate o ancora da fissare
- non sanno come trattare la pelle durante la radioterapia
- non hanno idea di come sia opportuno muoversi durante la chemio
- non sono state istruite su cosa fare per le cicatrici
- non sono preparate su cosa sia il linfedema e su come si possa prevenire.
Mi rendo conto che molte cercano in Internet notizie e risposte, senza poter discernere cosa è giusto per ognuna di loro e cosa no.
Vedo tanti difetti di postura per il braccio della parte operata che viene tenuto in “difesa” e così ci sono spalle alzate verso le orecchie, busti che compensano queste “difese”, dolori vari alla schiena per le nuove posture sbagliate; braccia dal lato operato e non utilizzate senza conoscere le nuove attenzioni da porre; la propriocezione che manca.
Nel tempo che abbiamo proviamo a proporre questa conoscenza, insegniamo quali richieste fare ai medici e fisioterapisti che le seguono, a cosa stare attente, quali segnali del corpo arrivano e come comunicarli agli operatori sanitari….
Riceviamo tanti ringraziamenti e tanti sorrisi indietro. Doni preziosi per donne fortunate come noi!
Mi viene voglia di aprire progetti “fisioterapici” in supporto al prima e dopo, ma che siano gratuiti per le donne in Rosa, perché possano imparare a prendersi cura di sé dove è possibile o ad usufruire dei servizi del Sistema Sanitario Nazionale richiedendolo ai propri medici.
Chissà che non riesca a realizzare qualcuno dei progetti che ho in testa, per dare lavoro a donne fisioterapiste e dare servizi gratuiti a donne in Rosa!!!!
Per ora grazie a Komen Italia, alle donne in Rosa e ai Medici del Policlinico Gemelli di Roma che mettono cuore e impegno pratico in un’avventura non certo facile!
Per commenti, scambi di idee, progetti... scriviamoci e teniamoci in contatto!